Se si viaggia nel Margondàr, a sud est dell’Awrasùhre - il grande mare interno dell’Erondàr - e si abbandonano le vaste
distese coltivate per dirigersi verso le foreste che estendono ai piedi della
cordigliera meridionale, non è raro incontrare le ragazzine Gahriné che
pascolano i loro “piccoli”. La pacifica e colorata popolazione semi-nomade dei Gahriné
attribuisce grande importanza al ruolo materno della donna ed educa le bambine
alla maternità sin dalla più tenera età. Verso i sei anni, alle bambine viene affidato
un cucciolo di smærdjass, un mammifero
onnivoro locale di indole estremamente mite, che loro devono accudire giorno e
notte, portandolo al pascolo, badando alla sua igiene, curando la sua salute e
proteggendolo dai pericoli del mondo esterno. Ogni bambina chiama il suo cucciolo
“il mio piccolo”, esso diventa a tutti gli effetti un membro della famiglia e
lui e la sua “piccola madre” diventano inseparabili. Questo animale raggiunge
presto dimensioni ragguardevoli, fino ad arrivare alla stazza di un grosso
verro e inizia subito a dare problemi alla padroncina. Lo smærdjass, infatti, è uno degli animali più deficienti che si
possano incontrare in tutto l’Erondàr; la sua stupidità è abissale e pari solo alla sua
prolificità, unica cosa che spiega come mai questo ottuso erbivoro non si sia
ancora estinto. Ha una memoria cortissima e non è in grado di fare tesoro delle
sue esperienze, per cui ha una spiccata tendenza a cacciarsi in ogni tipo di
situazione pericolosa: precipita nei dirupi, finisce sotto gli zoccoli dei
cavalli o sotto le ruote dei carri, affoga in poche braccia d’acqua, va a
rovistare nei campi coltivati scatenando l’ira degli agricoltori locali, cade
vittima dei predatori che sono ghiotti della sua carne grassa e saporita e che
lui non identifica come potenziali pericoli, proprio perché totalmente cretino.
Riuscire ad accudire questo animale è comprensibilmente un compito molto arduo
per le ragazzine Gahriné che passano la giornata e parte della notte a tirare
fuori dai guai i loro “piccoli”. Al raggiungimento della pubertà, le ragazze e
gli animali, ormai adulti, vengono separati, con grande sollievo delle “piccole
madri”; questo importante rito di passaggio viene celebrato con una grande
festa dove lo smærdjass viene
allegramente macellato, fatto arrosto e consumato dall’intera comunità.