Quando percorro la grande
Piana dei Ciclopi, nell'entroterra a nord del Awrasùhre, dove in un remoto
passato si svolsero le più cruenti
battaglie delle Guerre di Unificazione, mi piace passare per la "Valle
delle teste", come la chiamano i pastori locali. È un posto ameno, con
dolci declivi erbosi e ampi pascoli dove, sparse apparentemente a caso,
spuntano enormi teste con la bocca spalancata, dando l’impressione che gruppi di giganti urlanti stiano
affondando in quel mare di erba e annaspino in cerca d’aria. Mi hanno sempre
fatto grande impressione, quelle teste, sin da bambino, quando mio padre mi
portava in queste lande per insegnarmi a cavalcare e a tirare con l’arco. Nessuno
sa chi abbia le abbia scolpite e a quale scopo; a quanto ne so, nessuno ha mai
neanche provato a scavarvi intorno, per scoprire se attaccati a quelle teste,
sepolti sotto decine di metri di terra, ci siano o meno dei corpi colossali. Neppure
mio padre sapeva chi fossero i creatori di quelle statue; c’erano sempre state,
sin da quando i suoi nonni erano fanciulli. Per questo ogni volta si inventava una storia
nuova per spiegarmi le origini di quelle assurde teste urlanti. La mia
preferita era questa: un tempo, ancora prima dell’unificazione dell’Impero da
parte di Vrlam Erondàr, prima persino della supremazia dell’uomo sul mondo
conosciuto, le “Quattro Razze” si affrontavano in guerre senza fine, devastando
la terra e avvelenando l’aria. Gli orchi stanarono dalle montagne del Varliendàr
orde di Troll, costringendoli a combattere per loro. L’avanzata di quegli
esseri di pietra era irresistibile; essi calavano dalle montagne di notte,
annientavano le armate degli uomini e degli elfi, mentre i nani si rintanavano nelle gallerie delle loro miniere. Prima che sorgesse l’alba i troll scavavano enormi
buche nella terra e vi si seppellivano per sfuggire ai mortali raggi del sole. Un
giorno, un giovane mago, avendo individuato il luogo dove i troll si erano
sepolti, praticò un incantesimo oscurando il sole sopra l’intera zona e ingannando
i troll che, credendo sopraggiunta la notte, sbucarono dal terreno per essere istantaneamente
pietrificati dalla luce diurna. “Divennero
statue di pietra – diceva mio padre - senza
nemmeno avere il tempo di metter fuori tutta la testa!” Mentre pensavo a
quella storia, un piccolo Basilisco Vermiglio si posò su una delle sculture di
fianco a me e si mise ad agitare le ali lamellari facendole baluginare al sole
e facendole minacciosamente stridere con rumore metallico. Mi presi giusto il tempo di un
veloce ritratto e mi allontanai: uno stormo di quei rettili volanti può fare a
pezzi un uomo in pochi minuti, sminuzzandolo con le ali affilate come rasoi. Lo
lasciai lì, rumoroso e brillante, a fare la guardia ai troll pietrificati.
Ciao Ian.
RispondiEliminaBella la storia (tutta). Perfetta per la buonanotte (non perchè porta sonno ma perchè conduce a immagini intense e vivide per ispirare i sogni).
Non so se sia meglio lo scritto o il disegno.
Capisco perchè i bimbi del villaggio vicino a dove abiti si vogliano far raccontare le storie più e più volte.
Proprio oggi mi domandavo quanto avremmo dovuto aspettare per un nuovo aggiornamento.
RispondiEliminaGrazie mille.
Confido molto in questo progetto! =D
In linea di massima cercheremo di aggiornare il Blog ogni settimana, 10 giorni al massimo... con aggiornamenti random ripartiti tra le varie sezioni.
RispondiEliminabel sito! bella idea... è la prima volta che una serie Bonelli parte in questo modo, o sbaglio? Forum, Blog, aggiornamenti settimanali...però, mica male.
RispondiEliminasarà un bell'anno di attesa! compliemti a tutti!
andrea