giovedì 14 giugno 2012

La valle delle teste


Quando percorro la grande Piana dei Ciclopi, nell'entroterra a nord del Awrasùhre, dove in un remoto passato  si svolsero le più cruenti battaglie delle Guerre di Unificazione, mi piace passare per la "Valle delle teste", come la chiamano i pastori locali. È un posto ameno, con dolci declivi erbosi e ampi pascoli dove, sparse apparentemente a caso, spuntano enormi teste con la bocca spalancata, dando l’impressione che gruppi di giganti urlanti stiano affondando in quel mare di erba e annaspino in cerca d’aria. Mi hanno sempre fatto grande impressione, quelle teste, sin da bambino, quando mio padre mi portava in queste lande per insegnarmi a cavalcare e a tirare con l’arco. Nessuno sa chi abbia le abbia scolpite e a quale scopo; a quanto ne so, nessuno ha mai neanche provato a scavarvi intorno, per scoprire se attaccati a quelle teste, sepolti sotto decine di metri di terra, ci siano o meno dei corpi colossali. Neppure mio padre sapeva chi fossero i creatori di quelle statue; c’erano sempre state, sin da quando i suoi nonni erano fanciulli. Per questo ogni volta si inventava una storia nuova per spiegarmi le origini di quelle assurde teste urlanti. La mia preferita era questa: un tempo, ancora prima dell’unificazione dell’Impero da parte di Vrlam Erondàr, prima persino della supremazia dell’uomo sul mondo conosciuto, le “Quattro Razze” si affrontavano in guerre senza fine, devastando la terra e avvelenando l’aria. Gli orchi stanarono dalle montagne del Varliendàr orde di Troll, costringendoli a combattere per loro. L’avanzata di quegli esseri di pietra era irresistibile; essi calavano dalle montagne di notte, annientavano le armate degli uomini e degli elfi, mentre i nani si rintanavano nelle gallerie delle loro miniere. Prima che sorgesse l’alba i troll scavavano enormi buche nella terra e vi si seppellivano per sfuggire ai mortali raggi del sole. Un giorno, un giovane mago, avendo individuato il luogo dove i troll si erano sepolti, praticò un incantesimo oscurando il sole sopra l’intera zona e ingannando i troll che, credendo sopraggiunta la notte, sbucarono dal terreno per essere istantaneamente pietrificati dalla luce diurna. “Divennero statue di pietra – diceva mio padre -  senza nemmeno avere il tempo di metter fuori tutta la testa!” Mentre pensavo a quella storia, un piccolo Basilisco Vermiglio si posò su una delle sculture di fianco a me e si mise ad agitare le ali lamellari facendole baluginare al sole e facendole minacciosamente stridere con rumore metallico. Mi presi giusto il tempo di un veloce ritratto e mi allontanai: uno stormo di quei rettili volanti può fare a pezzi un uomo in pochi minuti, sminuzzandolo con le ali affilate come rasoi. Lo lasciai lì, rumoroso e brillante, a fare la guardia ai troll pietrificati.

4 commenti:

  1. Ciao Ian.
    Bella la storia (tutta). Perfetta per la buonanotte (non perchè porta sonno ma perchè conduce a immagini intense e vivide per ispirare i sogni).

    Non so se sia meglio lo scritto o il disegno.

    Capisco perchè i bimbi del villaggio vicino a dove abiti si vogliano far raccontare le storie più e più volte.

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  2. Proprio oggi mi domandavo quanto avremmo dovuto aspettare per un nuovo aggiornamento.
    Grazie mille.
    Confido molto in questo progetto! =D

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  3. In linea di massima cercheremo di aggiornare il Blog ogni settimana, 10 giorni al massimo... con aggiornamenti random ripartiti tra le varie sezioni.

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  4. bel sito! bella idea... è la prima volta che una serie Bonelli parte in questo modo, o sbaglio? Forum, Blog, aggiornamenti settimanali...però, mica male.

    sarà un bell'anno di attesa! compliemti a tutti!
    andrea

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