Cronache dell'Erondàr

Simbolo dell'Impero Erondariano

Simbolo imperiale per uso militare

 
Vessilli e scudi imperiali 

A - fanteria leggera/battaglione scelto  B - cavalleria pesante 
C - scudo di fanteria leggera  D - fanteria pesante 


Guardie Rosse del Vallo
XIV torre di presidio
Studio per lo stemma del reggimento


 Alianti dei "Cavalcatori del Vento"
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Børge il Rosso,  monaco viaggiatore del quinto secolo dell’era erondariana, racconta in uno dei suoi famosi Diari di Viaggio di essere giunto nella parte più meridionale del continente australe, oltre i Regni Meridionali, nelle Terre sull’orlo del mondo. In quelle sterminate lande a strapiombo sull’oceano australe, sembra vivessero coloro che Børge chiama i Cavalcatori del vento; essi montavano sulle spalle complessi macchinari di legno e tela, con i quali si lanciavano dalle alte scogliere, senza alcun timore, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Nei suoi diari, Børge riporta persino alcuni schizzi di questi alianti che lui chiama “ornitotteri”, perchè avevano un meccanismo a superficie alare battente che permetteva ai piloti di riprendere quota, quando le correnti ascensionali non erano favorevoli. Børge racconta che anche i bambini erano attrezzati in quel modo:  “I loro apparecchi erano più piccoli di quelli degli adulti ma anche questi avevano dei meccanismi che permettevano alle ali di battere, come quelli degli uccelli (…) In un frullar di ali quei monelli si libravano in aria come tanti passerotti e, raggiunta un’altezza sufficiente, si facevano portar via del vento” (Viaggio nelle Terre Australi, Diario decimo-quinto). Nessuno nell’Erondàr ha mai visto apparecchi del genere né incontrato qualcuno di questo leggendario popolo; essendo stato Børge il Rosso un celeberrimo bevitore di acquavite e un entusiasta consumatore di qualunque tipo di pianta illusiogena, i sapienti erondariani sono poco propensi a dare credito a queste sue affermazioni.

Cavalleria Candaryana
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Conosciamo la leggendaria cavalleria Candaryana, corpo scelto imperiale, attraverso un appunto di Ian sul suo diario di viaggio, durante una missione nelle foreste a Est di Vahlendart.
  
[...] Viaggiamo di notte, come di giorno… senza fermarci… mangiando in sella… e nessuno emette un solo lamento. Candarya, la città bianca dell’Est, principato indipendente, ma a suo modo fedele all’impero, fornisce a Vahlendart quattro squadroni di cavalleria in stanza stabile, da sempre. Gli "uomini senza volto", vengono anche chiamati, per via della maschera di ferro che indossano ogni volta che sono in missione… e sono pochi quelli che li hanno visti in faccia. Tutti però conoscono la spadalancia di cui i candariani fanno uso: un’arma ibrida, dalla lama pesantissima, letale a cavallo come a terra [...].

 Guardia Cittadina
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Quante sono le piccole cittadine che prosperano all'interno dei territori dell'Impero? Chi può dirlo, con esattezza. Di certo esiste un registro che raccoglie nome e posizione geografica di tutte quante, ma è altrettanto certo che sia "perduto" nei polverosi uffici del controllo urbanistico della capitale. E' certissimo, invece, che a proteggerle, con mano ferma e occhio sempre vigile, ci sia il corpo delle guardie cittadine, composto da soldati di fanteria, arruolati tra i giovani dei luoghi che poi sono chiamati a presidiare, armato e pagato con le tasse raccolte in loco. La ferma nel corpo dura 20 anni. Nelle cittadine piccole sono previsti solo i gradi su base di anzianità di "guardia", "brigadiere" e "maresciallo", mentre in quelle più grandi, a patto di appartenere ad una famiglia importante e di avere una certa disponibilità economica, si possono raggiungere le due posizioni di comando elevate di "conestabile" e "prefetto". Per la carica di "prefetto" è però anche necessario aver frequentato la scuola di magistratura a Vahlendart. La guardia cittadina svolge ruoli di polizia all'interno della città in cui opera, e di pattugliamento del territorio di appartenenza... operazione che viene compiuta a cavallo. Inoltre, in caso di attacchi militari nemici, la guardia si impegna nella difesa a oltranza dell'abitato fino all'arrivo delle truppe regolari. Nell'immagine, la guardia cittadina di un piccolo centro abitato dei territori a Nord-Ovest dell'Impero, poco lontano dalla catena montuosa del Suprelurendàr, con la tipica casacca imbottita, gli stivali pesanti in cuoio e la picca corta da ronda.

 Fanteria leggera imperiale
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La fanteria rappresenta, da sempre, la spina dorsale dell'esercito imperiale: il solido sostegno su cui fare affidamento in ogni situazione. La fanteria è suddivisa in pesante e leggera e ciascuno dei due corpi è a sua volta suddiviso in vari reggimenti specializzati che ricoprono i ruoli più diversi. Il fante qui raffigurato, appartiene al corpo di assistenza e scorte, che si occupa di fornire protezione in viaggio a convogli, spedizioni di ricerca, trasporti di beni preziosi e spostamenti di importanti personalità. Per eseguire tale compito, i fanti di scorta si muovono su leggeri cavalli e dunque hanno ricevuto un addestramento base di cavalleria, ma preferiscono il combattimento a piedi con la spada e lo scudo. Le strade imperiali sono di norma abbastanza sicure, specie quelle principali, protette da presidi disseminati lungo il loro percorso, ma l'Impero si estende su un territorio talmente immenso e i tempi di percorrenza di certi viaggi sono così lunghi e addentro a territori così selvaggi che nessuno può dirsi davvero al sicuro, quando viaggia, specie se ha con sè un "ghiotto bottino" per le bande di predoni che si aggirano ovunque o se deve, per qualche motivo, lasciare i percorsi principali per sentieri poco battuti.


 Guardia di torre a Vetwadàrt
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A Sud-Est di Vahlendàrt, la capitale dell'Impero, laddove il grande mare interno Awrasùhre si trasforma nel poderoso fiume detto Fluhrefindhe, sorge Vetwadàrt, la seconda città imperiale per grandezza e importanza. Conosciuta anche con il nome di "città delle cento torri", Vetwadàrt si mostra al viaggiatore già da miglia di distanza per via delle dimore appartenenti alle nobili famiglie fondatrici della città, che furono erette a forma di torre fortificata. Durante gli anni bui dell'Impero, si racconta che le nobili famiglie, in lotta per il potere,  ingaggiassero continue battaglie tra loro, assaltando le torri nemiche o impegnandosi a difendere la propria. 
I soldati mercenari utilizzati dalle famiglie presero il nome di "guardie di torre", ed alcuni di loro, i più eroici, divennero leggenda. 
  

I grifoni di Aergyll
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"Percorsa da Vetwadart la strada imperiale del “piccolo anello” in direzione Nord, e deviando poi a Ovest, esattamente alla metà della distanza tra la “città vecchia” e Vahlendart, la capitale dell’Impero, procedendo così per cento leghe, entrerai, viandante, nel grande regno di Aergyll. In una immensa depressione, strappata alla foresta dal duro lavoro di mille anni, appariranno al tuo sguardo meravigliato terreni tra i più fertili di tutto l’Erondar. Dolci colline di frutteti e vigneti, nelle tipiche coltivazioni “a terrazza” ombreggiano vallate di campi di grano e orzo attraversate dal grande Flaveofluhre, “il fiume biondo”, chiamato così per la lucentezza delle sue acque. A Nord-Est sorge Aergyll, il capoluogo del regno, mentre su ogni collina sorge un castello. Sedici in tutto. Chiamati “le vedette di pietra” (...) Ma ciò che più ti affascinerà, o viandante, sarà il battere d’ali dei Grifoni che incessantemente, di giorno come di notte, si levano in volo dai castelli per fare buona guardia all’intero regno. Che animali maestosi. Draghi e aquile insieme, dalle ali piumate color dell’argento, essi vivono solo nel regno di Aergyll perché con i suoi abitanti hanno stretto un segreto patto in tempi remoti. Allora fermati, viandante, sulla collina d’ingresso al regno, anche chiamata “la prima vedetta” e lascia correre lo sguardo al cielo. Vedrai il loro volo che ti sembrerà quasi immobile… come se, una volta presa quota, i grifoni si fermassero tra le nubi ad osservare il mondo. Ma è solo un inganno, credimi, viandante… perché quando meno te lo aspetti, essi calano in picchiata arrivando ovunque con incredibile rapidità, per poi risalire di nuovo in ampi cerchi verso il cielo, lanciando il loro grido acuto che è sicurezza per gli abitanti e monito per chiunque altro".
(da "Attraverso l'Erondar" appunti di viaggio di Yeraban Sarra, capo del corpo degli scout)


 

9 commenti:

  1. Bello e articolato..i miei complimenti!

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  2. Spero davvero che scriviate anche dei racconti. Ho letto sul forum che forse li metterete. Magari corro troppo, ma dei racconti di questa serie io li leggerei subito.
    Lo99

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  3. Il simbolo dell'impero Erondariano è molto bello ed evocativo...la trasposizione in chiave militare rende per la sua spigolosità e durezza che richiamano aggressività!

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  4. Suggestivi e d'impatto anche il simbolo imperiale,vessilli e scudi notevole la cura nei dettagli.Continuate cosi!

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  5. Gli alianti! Che macchine affascinanti. Sono certa che il monaco non se li era sognati. Chissà, magari Ian e Gmor li incroceranno nei loro viaggi :)

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  6. Grazie a tutti per i complimenti, che ci sono di grande aiuto per proseguire.

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  7. complimenti veramente tutto bello :D

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  8. Sono sicuro che un giorno Ian cavalcherà un grifone!

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  9. Tutto davvero interessante, ma queste idee troveranno vita nella serie mensile?

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